Molti conoscono bene quale sia il mio attaccamento all’Associazione: in essa mi sono formato e ho affinato la mia dimensione spirituale; da essa ho tratto tanta parte della mia personalità; ho servito in tutte le articolazioni diocesane e non solo.
Dopo il doppio mandato di presidente diocesano agli inizi degli anni 2000, ero convinto che fosse terminata la mia stagione di responsabilità associativa e, da semplice associato – la dimensione più autentica dell’esperienza di A.C., avevo coltivato altre esperienze: in particolare l’impegno politico, con 3 consiliature come assessore e consigliere nella mia città.
Sono ritornato alla responsabilità associativa nel 2017 – dapprima come VP adulti e poi come presidente diocesano – per sopperire a esigenze contingenti, createsi nella nostra diocesi; ho portato, però, sempre con me la consapevolezza di un impegno transeunte, da consegnare nelle mani sapienti di chi negli stessi anni stava perfezionando la sua formazione e si apprestava a raccogliere il testimone.
Oggi sono orgoglioso del cammino che insieme e con l’aiuto e la guida dei nostri assistenti abbiamo compiuto. Ho rimesso sereno il mandato al Pastore della diocesi, perché desideroso, primo fra gli altri, di vedere all’opera e in prima fila, una nuova generazione di responsabili. Se dovessi indicare un criterio di giudizio per chi vive la responsabilità in A.C. non esiterei a individuarlo nella qualità di chi ne raccoglie il testimone!
Mi incuriosisce e mi tenta l’impegno nella dimensione nazionale dell’Associazione. Sarebbe entusiasmante coltivare un angolo visuale più ampio della mia Regione in un tempo di grandi sfide: nella Chiesa, nella Società, nell’universo del laicato cattolico. Per molti versi siamo veramente a un punto di svolta.
Porterei con me il mio bagaglio di marito, padre, avvocato penalista e l’esperienza e la formazione maturate in Associazione. Porterei con me specialmente la mia aspirazione a una Fede adulta, che ispiri senso e ragioni per un tempo che senso e ragioni pare avere smarrito: uno smarrimento, si badi, cui non è estranea la comunità dei fedeli e in essa quella dei nostri associati.
Inutile aggiungere che, comunque vada, io sono sempre a disposizione dell’A.C.: l’Associazione è un abito mentale che non si dismette. Mai.
Buon lavoro,
Enrico Monaco